"Parade" è il tema scelto quest'anno da François Hébel per la 45ma edizione dei Rencontres d'Arles, l'ultima sotto la sua guida. Saranno molti gli autori che ritorneranno per una "ultima" apparizione, a conclusione evidentemente di un lungo percorso: Lucien Clergue, Raymond Depardon, Martin Parr, Christian Lacroix.

Come sempre, anche tra le mostre dei veterani è la diversità a costituire la cifra del festival. Lucien Clergue - uno dei fondatori - festeggerà i suoi ottant'anni con una grande retrospettiva "Les hommes et les femmes", con video, interviste e materiali inediti. Raymond Depardon sarà presente con il suo lavoro sui monumenti ai caduti eretti in Francia dopo la I Guerra Mondiale, commissionato per il centenario della Grande Guerra. Martin Parr presenterà una selezione di introvabili libri di fotografia cinesi, un vero e proprio excursus in una realtà editoriale poco conosciuta. Lo stilista Christian Lacroix, sostenitore del festival e guest curator nel 2008, rende omaggio alla bellezza delle donne della città con "L'Arlesienne", per l'occasione allestita nella nuova location della cappella dell'Hôtel Jules César.

Una nuova sezione, Originals, presenta artisti e curatori che si esibiscono per la prima volta all'interno del festival, con grande attenzione al ritratto quest'anno: David Bailey con "Stardust", già esposta alla National Portrait Gallery; Patrick Swirc e l'attore Vincent Pérez, anche loro presenti con una serie di ritratti; Denis Rouvre con "Identités, territoires de l'intime", persone comuni illuminate da una luce neo-rinascimentale.
Sempre più presente é poi la fotografia che si avvale di interventi - digitali e non - che la rendono un oggetto espanso, in alcuni casi inclassificabile: la narrazione di Anouck Dourand, un intenso intreccio costruito con foto di famiglia, d'archivio e ritagli di riviste; e poi: i collage di Vik Muniz, gli strani oggetti pop di Daile Kaplan.

Poi grande spazio alle collezioni: dall'esemplare percorso classificatorio della collezione Artur Walther, alla collezione Trepat curata da Joan Fontcuberta, alle foto storiche di Léon Gimpel e delle collezioni Hunt e Hudelot.

Con circa 50 mostre sparpagliate per la città, ed una varietà e un'attenzione curatoriale che non hanno eguali, almeno in una kermesse dai grandi numeri, i Rencontres ogni anno trasformano questa città romana della Provenza nella capitale mondiale della fotografia.
Inoltre, oltre alle esposizioni il festival ospiterà come di consueto proiezioni, dibattiti, workshop, letture di portfolio, sezioni off e lo storico premio per i nuovi talenti.

La conclusione di un ciclo quindi, che ha portato il festival dall'essere un riferimento per addetti ai lavori alla celebrità globale - quasi 100.000 visitatori l'anno scorso - e che si pone, per certi aspetti, come un nuovo inizio.

Rencontres d'Arles, dal 7 luglio al 21 settembre.

Gabriele Magazzù

ENGLISH VERSION

As theme for the 45th edition of Rencontres d’Arles (the last one under his direction), François Hébel has chosen "Parade". Many authors are returning for their “last” appearance on the festival, obviously marking the end of a long journey: Lucien Clergue, Raymond Depardon, Martin Parr, Christian Lacroix.

As always, even when it comes to exhibitions of well-established veterans it’s diversity that defines the code of the festival. Lucien Clergue (one of its founders) is going to celebrate his 80th birthday with the big retrospective "Les hommes et les femmes", including videos, interviews and unreleased material.  Raymond Depardon will participate with his work on the war memorials built in France after the First World War - which was assigned for the hundredth anniversary of WW1. Martin Parr will present a selection of lost Chinese books on photography, a proper excursus on an extremely little-known editorial reality. Designer Christian Lacroix, supporter of the festival and curating guest in 2008, pays tribute to the town women’s beauty with "L'Arlesienne", which is being staged in the new location at the Hôtel Jules César’s chapel for the occasion.

A new section, Originals, introduces artists and curators debuting at the festival - this year paying great attention to portraits: David Bailey with "Stardust" (already exhibited at the National Portrait Gallery); Patrick Swirc and actor Vincent Pérez, presenting a string of portraits; Denis Rouvre with "Identités, territoires de l'intime", common people being lit up by a neo-Renaissance light.
Increasingly wider space is given to photography that resort to both digital and non-digital editing techniques to turn it into an expanded object - quite difficult to classify in many cases: Anouck Dourand’s narration, an intense wickerwork built with family and archive photos, and press clippings; the collages by Vik Muniz; Daile Kaplan's bizzarre pop objects.

And wide room is given to collections, too: from the exemplary classifying path of Artur Walther’s collection, to the Trepat collection curated by Joan Fontcuberta, to the historical photos by Léon Gimpel and the Hunt and Hudelot collections.

With some 50 exhibitions scattered throughout town and variety and curating attention that are unmatched for such a large-scale festival, the Rencontres transform this Roman town in Provence in the photography world capital every year.
In addition to exhibitions the festival is hosting - as custom goes - showings, debates, workshops, portfolio readings, off sections and the historic prize for new talents.

So it is the conclusion of a cycle that’s lead the festival from being a point of reference for insiders to global stardom (100.000 visitors last year). And it paves the way, under a few regards, for a new beginning.

Rencontres d'Arles,  from 7th July to 21st September.