Simone Donati è il nono ospite di CartaBianca.
CartaBianca è uno spazio editoriale in cui chiediamo ai fotografi di scegliere e raccontarci una loro immagine: come è nata? Che cosa rappresenta nel tuo lavoro? Che processo c'è stato per la sua realizzazione? C'è una storia dietro?
I fotografi rispondono come preferiscono, non c'è un format di risposta predefinito ma solo la libertà di farlo secondo il proprio personale modo di raccontare. È questa la cosa bella, e così bianca, appunto.
Il progetto nasce da un'idea di Vanessa Vettorello e Mariateresa dell'Aquila.
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La fotografia scelta da Simone Donati
Ho fotografato Giuseppe, un cameriere del ristorante L'Usignolo a San Fele (PZ), il 9 novembre del 2017 alla fine di una permanenza di alcuni giorni nel paese. Ero da quelle parti per continuare “Varco Appennino”, un lavoro iniziato nel 2016, sul paesaggio umano e naturale delle aree interne dell’Appennino Meridionale, che mi ha portato dall’Aspromonte fino al confine tra Molise e Abruzzo. Nel corso di numerosi viaggi, iniziati nel 2016 e finiti nel 2020 pochi giorni prima del lockdown, sono andato alla scoperta di questi territori, per la gran parte sconosciuti ma ricchi di tradizioni, ritmi lenti e paesaggi mozzafiato. Territori caratterizzati da una grande emigrazione e dal conseguente spopolamento.
Il lavoro è un dialogo con il "Vocabolario Appenninico" del poeta e scrittore irpino Franco Arminio, che con i suoi racconti “paesologici” mi ha tenuto compagnia durante gli anni di produzione. Si sviluppa a partire dalla frase spesso ripetuta e rivolta anche a me molte volte dagli abitanti dei piccoli borghi che visitavo:
“Ma qui non c’è niente! Perché vieni qui?”.
Ho lavorato sulla complessità e le contraddizioni contenute in questa frase, in questo “niente” spesso ricco e fertile, dal punto di vista storico e attuale. Un niente di paesaggi e storia, di gesti e intimità, di campagne abitate e lentezza, di edifici incompiuti come melanconiche memorie di sogni falliti.
Il progetto è composto da immagini di paesaggio urbano e naturale, affiancate da ritratti posati e interni. Tutte le fotografie sono state realizzate con una macchina di medio formato, con l’ausilio di cavalletto e luce naturale. Questa scelta mi ha portato a rallentare molto l’approccio fotografico, un ritmo molto adatto alla vita di questi luoghi.
Le persone fotografate sono spesso frutto di circostanze fortuite e di incontri fatti durante il cammino. Il ritratto di Giuseppe l’ho realizzato prima di lasciare il paese, dopo un pranzo nel ristorante dove lavorava e un’attenta fase di studio e “corteggiamento”. In quei giorni ero insieme a Roberta, che era la mia compagna e che ci ha lasciato nel settembre del 2019. Entrambi fummo conquistati da questo cameriere, che con la sua espressione e le sue maniere sembrava giunto da un’altra epoca. Roberta, oltre ad essermi stata vicino in varie spedizioni lungo l’Appennino, mi ha incoraggiato molto a portare avanti questo progetto e sarebbe molto fiera nel sapere che grazie alla cura di Fiorenza Pinna e alla lungimiranza di Tommaso Parrillo diventerà presto un libro per Witty Books. Qui lo trovate in prevendita.
Vado nei paesi per capire come se la passano. Ma prima ancora ci vado per capire dove sono, sopra una montagna o un altopiano, dentro una valle o in pianura. I paesi parlano, come ogni cosa, e parlano innanzitutto con la geografia. Sono terra da leggere, anche se hanno perso molte parole, e da scrivere.
Franco Arminio
Simone Donati, aprile 2021.
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Simone Donati (1977) è nato a Firenze dove vive e lavora. Nel 2005 completa il corso triennale di fotografia alla Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Dopo uno stage all’agenzia Magnum Photos di New York, dal 2006 si occupa a livello professionale di fotografia documentaria.
Negli anni 2009-2015 la sua attenzione si è concentrata sulla situazione politica e sociale italiana con la pubblicazione di "Hotel Immagine", il suo primo libro auto-prodotto. Con "Varco Appennino", pubblicato da Witty Books nella primavera del 2021, ha portato avanti un'esplorazione delle aree interne dell'Appennino meridionale italiano. Simone è stato selezionato come uno dei tre finalisti nella categoria ritratto del Sony World Photography Awards e ha ricevuto il 3° posto al Premio Ponchielli con “Welcome to Berlusconistan”. Con "Valley of Angels" è stato finalista all'OjodePez Award. Le sue fotografie sono esibite in mostre sia in Italia sia all’estero e sono pubblicate dalle maggiori riviste italiane ed estere. Simone è uno dei fondatori del collettivo TerraProject, che dal 2006 lavora su tematiche sociali, politiche e ambientali in Italia e all’estero.
www.terraproject.net